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Bisignano


la storia e le tradizioni della città di Bisignano, città storica d'arte e di santità

CENNI STORICI DI BISIGNANO


Addossata al bastione mediano della Sila e diramante dolcemente verso la sottostante Valle del Crati, ad un’altitudine compresa tra i 350-60 metri s.l.m., sorge la cittadina di Bisignano (11.000 abitanti circa), a quasi 30 km Nord da Cosenza. Molto caratteristica la sua conformazione orografica, che la vuole estesa su sette colli attorno alla collina castello, un tempo sede del Castello medievale.


Distrutto in seguito al terremoto del 3 dicembre 1887, i suoi ultimi resti sono stati definitivamente abbattuti negli anni sessanta. Proprio da questo luogo, oggi sede di edifici pubblici e del Municipio, è possibile ammirare, per lungo tratto, il suggestivo panorama offerto dalla vallata del Crati delineata a nord dalla catena del Pollino e ad ovest da quella Paolana. Secondo alcuni studiosi, Bisignano corrisponderebbe all’antica Besidiae, città bruzia citata da Tito Livio, che si sarebbe schierata con Cartagine durante la seconda guerra punica, ricadendo però dopo sotto il potere romano (Livio, “Ab Urbe condita”, XXX,19). Risale all’VIII secolo la notizia di un vescovo di Bisignano, Anderamo, probabilmente nativo della stessa città, anche se il nome si richiama più alla tradizione longobarda, anche perché risalgono a quel periodo le guerre tra Bizantini, Saraceni e Longobardi per il controllo della Calabria settentrionale. Tra il X e l’XI secolo, Bisignano dimostra di essere in linea con grandi centri culturali di allora, per via della presenza sul territorio di uno scriptorium monastico dove gli amanuensi svolgevano il loro minuzioso lavoro. In questo periodo visse anche il Beato Proclo, uomo di grande fede e cultura, oltre che seguace di S. Nilo di Rossano. Dopo l’anno mille ebbe un momento di autonomia amministrativa sotto la guida di Pietro de Turra, ma questo solo fino all’arrivo di Roberto il Guiscardo, che lo fece prigioniero per ottenere la resa della città. Di questo periodo è pure la costruzione del castello, struttura Bizantino-Normanno, passato successivamente ai Principi Sanseverino. Proprio a questa famiglia è legata gran parte della storia di Bisignano, visto che esercitarono il loro dominio fino all’eversione della feudalità nel 1806. Il XIX secolo fu un periodo molto disastroso per la città, visto che fu sottoposta a frequenti terremoti (si ricordi il più distruttivo del 1887) e all’alluvione del 1842. Bisignano è inoltre terra a forte vocazione artistica, soprattutto nel settore della Ceramica, Liuteria e del Ferro Battuto. Tra i tanti personaggi notevoli nati in questa terra, da ricordare è senza dubbio l’ultimo Santo di Calabria, il frate minore Umile da Bisignano.

LE TRADIZIONI DI BISIGNANO


1 - I vasai

La tradizione artigianale dei vasai bisignanesi è l’espressione di un’arte antica e di una storia millenaria che nasce in epoca magno greca, come è testimoniato dai ritrovamenti archeologici rinvenuti sul territorio di Bisignano rappresentati da anfore e grandi giare di terracotta , nel solco di una tradizione che non è esagerato definire storica. I pignatari così come sono denominati i vasai, nel linguaggio dialettale comune, costituiscono una presenza economica importante ,una delle principali tra le attività produttive della zona. La caratteristica creativa dei vasai di Bisignano si evidenzia nella produzione di piatti, brocche ed eleganti recipienti, decorati e raffinati nella ricercatezza della forma e del colore che è contenuta nella qualità delle vernici impiegate e nella lavorazione accurata dei singoli pezzi .Gli esponenti di questa forma di artigianato artistico sono stati numerosi, seguaci di una scuola a carattere familiare che è stata, di volta in volta, tramandata di padre in figlio e che corrisponde al nome dei Montalto, Pirri, Scuro, Paldino e altri ancora dell’ultima generazione che si sono avviati nella continuità di questa nobile arte.

2 - I liutai

I Liutai Altro vanto dei bisignanese è l’arte della liuteria, esercitata sin dagli inizi del XVIII sec. dalla Famiglia De Bonis. I De Bonis, maestri liutai di Bisignano, sono famosi in tutto il mondo per l’abilità, il gusto raffinato e tutti i segreti, tramandati da padre in figlio, per ottenere dagli strumenti a corda un suono armonioso. Nel rione Giudecca è situata la bottega d’arte dove, da solo ormai, da quando cioè M° Nicola è prematuramente scomparso nel 1978, M° Vincenzo costruisce le famose chitarre.
All’antichissima dinastia dei De Bonis di Bisignano si sono rivolti i piu’ grandi musicisti di tutte le epoche, spesso recandosi personalmente alla bottega di Bisignano, tra cui Domenico Modugno, Angelo Branduardi e i fratelli Bennato.

ECCO I POSTI DA VISITARE A BISIGNANO

E NELLA VALLE DEL CRATI:


1 - Centro Storico

Nel centro storico è concentrato il patrimonio artistico e culturale di Bisignano tra i quartieri di: Piazza, Piano, Giudecca, San Simone, Santa Croce, San Zaccaria, San Pietro e Cittadella. Tali quartieri erano già esistenti nel XIII secolo. Per non perdervi nulla è consigliato parcheggiare la macchina nella piazza principale, al Viale Roma e visitare a piedi il paese. Si può iniziare la passeggiata visitando Collina Castello, che come dice il nome stesso una volta era situato il Castello dei Principi Sanseverino di Bisignano, di cui oggi rimane solo un enorme masso. Sulla collina Castello hanno sede il Comune, le scuole elementari e il Museo della Liuteria. Dal Castello si può godere una meravigliosa vista sulla Valle del Crati. I caratteri urbani del centro storico di Bisignano sono tipicamente Medievali. La città è strutturata attraverso edifici bassi e contigui lungo vie strette e tortuose (chiamate “vinelle” dai bisignanesi) i cui pochi sbocchi alle vie principali sono ancora più stretti. Nei quartieri storici della città si trovano numerosi Palazzi nobiliari settecenteschi, alcuni dei quali, fatti costruire proprio dai Principi Sanseverino:

 

2 - La Casa Natale di Sant’Umile

Nei pressi del Viale Roma, nel quartiere San Pietro è possibile visitare la casa di Ginevra Giardino e Giovanni Pirozzo, genitori di Sant’Umile. La casa natale di Sant’Umile rimane aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 (orario invernale) dalle 9.00 alle 22.00 (orario estivo).

3 - Il Convento della Riforma

Fuori dal centro storico, nella zona “Giardini” si trova la Riforma, fondata tra il 1219 e il 1222. Come riportato dal sito dei Sant’Umile, il Convento della Riforma presenta alcuni tesori legati alla tradizione e alla spiritualità francescana. Un portale del XV secolo, sormontato dallo stemma dei Principi Sanseverino e dal monogramma cristologico di S. Bernardino da Siena, immette direttamente nella navata centrale culminante nell’ abside, su cui si erge l’imponente scultura lignea di Gesù Crocifisso, opera di Frate Umile da Petralia e risalente al 1637, di una bellezza senza pari scolpito nel 1637, l’anno della morte del Sant’Umile, e restaurato recentemente insieme al Crocifisso del Convento di Cutro dello stesso autore.
Annesso alla Chiesa è il convento dei frati minori risalente al XIII secolo ove è presente al suo interno il chiostro duecentesco,di cui è possibile ammirare solo un’ala originaria, per via delle distruzioni provocate dai numerosi eventi sismici. In una colonnina si vuole riconoscere il desiderio dello scalpellino di lasciare inciso la data della fondazione del convento, cioè il 1222. Inoltre vi si possono visitare il museo, la biblioteca e la cella di Frate Umile da Bisignano (1582-1637), che oltre a custodire le reliquie del Santo, conserva un dipinto su tela a lui stesso dedicato, della seconda metà del XVIII sec. Il Santuario è aperto a singoli pellegrini ma anche a gruppi di preghiera, parrocchie e oratori che vogliono trascorrere e condividere, fra le sue mura, momenti di preghiera; è anche dotato di un’ampia ed accogliente area verde particolarmente indicata per coloro che vogliono trascorrere una giornata all’insegna della tranquillità e del relax in mezzo alle colline bisignanesi. Scendendo per circa 150 metri dal Santuario, ci sono le indicazioni per la Grotta della Penitenza di Sant’Umile, dove il Santo passava molte ore della giornate “pregando e mortificandosi e dove santificò l’acqua che da essa sgorga”. La grotta scoperta proprio da Frate Umile, dopo aver rimosso i rovi e le erbacce, venne scelta dal frate come luogo prediletto per le sue preghiere e le sue penitenze. Frate Umile piantò nel mezzo dell’acqua una piccola croce, rimasta tuttora incorrotta. La grotta è sempre aperta ai pellegrini e la visita è gratuita.

4 - Il Duomo

L’ istituzione della Cattedrale di Bisignano risale alla fine del VII e gli inizi dell’VIII secolo. Al tempo di Papa Leone VI risulta essere tra le 13 Diocesi suffraganee della metropolia di Reggio Calabria. Il nome del primo Vescovo è documentato nel 743, anno in cui Anderamo, Vescovo di Bisignano, insieme al Vescovo di Cosenza, partecipa al Sinodo convocato a Roma da Papa Zaccaria. Fu sede autonoma fino al 27 giugno 1818, anno in cui con Bolla papale di Pio VII la Diocesi venne unita a quella di San Marco Argentano. In data 4 aprile 1979 fu accorpata all’Arcidiocesi di Cosenza. La chiesa, intitolata a Santa Maria Assunta, presenta forme architettoniche, tipiche del periodo Normanno e lasciano presupporre che la sua ricostruzione, nel 1056, avvenne su una preesistente chiesa longobarda. Essa È ubicata su un colle isolato dall’abitato, raggiungibile un tempo solo attraverso un ponticello in legno, “murato nel 1774”. La facciata è neoclassica, in stile gotico, dove è inserito un portale a sesto acuto in pietra, eseguito da maestranze del vicino monastero cistercense della Sambucina. Alla base delle colonnine erano, probabilmente, collocate le statue di due leoni, simbolo Svevo e Angioino. Prima dei rifacimenti a seguito dei terremoti, la facciata presentava tre porte che immettevano nelle navate interne, sullo stesso stile della Cattedrale di Cosenza. Per raggiungere il Duomo, percorrendo via dell’Immacolata ci si imbatte anche nella Chiesa del el XVII secolo: Confraternita Immacolata Concezione di Piano.

5 - Le altre Chiese di Bisignano

San Domenico

La Chiesa di S. Domenico risale al XV secolo, quando era parte integrante del Convento dei padri Domenicani, fondato nel 1475. Attualmente la facciata è in stile romanico-gotico, ospitante quattro logge laterali e una bifora ad arco a sesto acuto. Nel campanile troviamo quattro campane, di cui la più grande risalente al 1839, mentre le altre vennero fuse rispettivamente nel 1906, 1979 e 1983.

Santa Maria di Costantinopoli ('A Marunnella)

L’antica chiesetta di S. Maria di Costantinopoli (detta anche Madonnella o di Tuttisanti) sorge in via dei vasai, luogo detto “li Pignatari” e testimonia l’influenza bizantina in Calabria. In onore della Madonnella si tiene a Bisignano, ogni terza domenica di ottobre, una fiera di origine medievale, che pare abbia avuto grande rinomanza nel ‘500.

San Francesco da Paola

La data di fondazione della chiesa di San Francesco di Paola è piuttosto controversa, gli storici locali sono discordanti nel fissarne con precisione l’anno. Dal confronto delle fonti pare che la chiesa e il convento dei Padri Minimi di Bisignano risalgano al 1515.

Santo Stefano Protomartire

La Chiesa del XVIII secolo conserva un quadro ad olio su tela raffigurante l’apparizione della Vergine a S. Gaetano e una scultura lignea della Madonna del Carmine risalente al XIX secolo.

Santa Maria del Popolo

La Chiesa risale al XVII secolo ed in essa è possibile ammirare un dipinto su tela raffigurante la Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio, risalente probabilmente al  XVIII secolo, e la statua lignea della Madonna del Popolo risalente al XVIII secolo.

San Bartolomeo

La chiesa di S. Bartolomeo, ubicata nel centro storico, tra i quartieri di S. Simone e Giudecca, si erge su un’altura di immediata visibilità per chi arriva a Bisignano. Eretta nel XIV sec. per volere del Capitolo della Cattedrale che, in seguito alla peste del 1348, decise di investire le donazioni ricevute dalle famiglie estinte nella costruzione di numerose cappelle.

San Pietro Apostolo

Conserva al suo interno un elegante balconcino, che Papa Benedetto XIV concesse di aprire nel 1751, da cui i membri della famiglia Fasanella potevano assistere direttamente alla Messa. Da considerare sono anche le due campane. La più grande probabilmente appartenente alla vecchia Chiesa di S. Pietro e porta la data del 1732. La più piccola, invece, venne recuperata dallo smantellamento della Chiesa di S. Maria della Motta o di Castromonte, ubicata sulla collina Castello.

Santa Maria de Justitieriis

La chiesa di Santa Maria de Justitieriis, non più aperta al culto dal 2 aprile 1997, è sicuramente di origine medievale. Del nucleo originario poco rimane attualmente, ciò che si può osservare risale al XVIII sec. Essa sorge nel quartiere San Zaccaria, il rione che trae il nome dallo storico evento del concilio del 744, indetto a Roma dal Pontefice Zaccaria, di origine calabrese.

L'Immacolata

Sorge a poche decine di metri dalla Concattedrale e dagli annessi locali dell’Episcopio, la sua struttura attuale è molto semplice e risale alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. La chiesetta, a due navate interne, presenta sulla facciata un portale ligneo di maestranze locali sormontato da due occhi; una finestra bifora, che funge da campanile, con due campane all’interno risalenti al 1867 e al 1786.

Santa Maria della Pietà

La chiesa di S. Maria della Pietà, così come oggi si presenta risale al 1778, anno in cui venne ricostruita ad opera di fra Francesco La Fontana di Bisignano. Il suo nucleo originario, posizionato su quella che era la principale via di accesso alla città, risale però ai primi del 1400. Si tratta dell’antico conventino del terzo ordine francescano intitolato a Santa Maria di Loreto o della Pietà, sorto qui, nella vallata della Chiubica, quasi come naturale ramificazione del convento di S. Francesco d’Assisi (attuale santuario di S. Umile) fondato dal beato Pietro Cathin.

San Andrea Apostolo

Risale al XVIII secolo, in essa sono custodite opere d’arte di un certo richiamo.

Santa Maria ad Nives (Proprietà della Famiglia Gabriele Dott. Boscarelli)

Poche le notizie circa l’edificazione della cappella di Santa Maria ad Nives. All’interno si può ammirare il quadro di S. Maria della Neve con S. Antonio e S. Francesco. Di pregevole fattura è il balconcino in ferro battuto di metà ’800, da dove la Fam. Boscarelli partecipava alle celebrazioni religiose.

Chiesa di S. Maria della Motta  (Non più esistente)

Sorgeva un tempo sull’attuale Collina Castello, prima dei lavori di abbassamento, la chiesa di S. Maria della Motta o di Castromonte, che mantenne il titolo e i privilegi dell’Archimandritato fino al 1670. Al suo interno era un dipinto del 1431, raffigurante S. Maria della Motta, S. Anna e S. Giacchino, che si diceva essere miracolosissimo.

6 - Le Contrade di Bisignano

Nel comune di Bisignano sono presenti più di 30 contrade, indicate per secoli come “fuori dalle mura” (infatti ancora oggi si usa il termine “fora” per indicare le campagne). Grazie alla prevalenza dell’attività agricola in questi territori, fa si che sorgano delle masserie e residenze padronali simili ai palazzi urbani.
Percorrendo la SP 237 verso Santa Sofia d’Epiro si attraversano le varie contrade bisignanesi. Zone e luoghi ideali per trascorrere un pò di tempo immersi nella tranquillità della campagna e nel verde che offre la natura. In località Duglia, si trova inoltre un antico Mulino ad Acqua. Un angolo di paradiso, attraversato dal fiume dove per le sue acque limpide, anni fa in mancanza di comodità in casa, le donne si ritrovavano a lavare i panni per il cambio stagione nelle giornate di sole.

In contrada Soverano si trova l’antica residenza di campagna dei principi Sanseverino, dove veniva allevata la Chinea, cavallo bianco che veniva offerto ogni anno come dono per il tiraggio del cocchio Papale. Percorrendo la strada provinciale ex SS19 verso Mongrassano Scalo, si può visitare Il Parco Faunistico Misasi.

7 - Lago di Tarsia

A pochi kilometri da Bisignano si trova Il lago di Tarsia, un lago artificiale sito nel territorio di Tarsia ed in parte in quello di Santa Sofia d’Epiro. ll lago di Tarsia venne realizzato nel 1959, con lo scopo di creare un bacino idrico in funzione delle aree della Piana di Sibari nei periodi di massima siccità. Più che un lago vero e proprio, quello di Tarsia è una zona umida palustre in cui il livello e la portata delle acque risulta molto variabile in relazione alla piovosità. La regione Calabria nel 2000 ha istituito la Riserva Naturale del Lago di Tarsia. La Riserva presenta rive e colline a macchia mediterranea incontaminata e scarsamente antropizzata, costituita spontaneamente da leccio, olmo, tamerice, e corbezzolo. Insieme agli ambienti umidi le zone ripariali, prative e arbustive della Riserva del Lago di Tarsia offrono un ambiente ideale per molte specie di Rettili, tra questi la Tartaruga palustre europea. La vegetazione è rappresentata da quella tipica delle zone umide: prevalentemente tamerici, canne palustri e specie ripicole come salici e pioppi. L’area è estremamente interessante dal punto di vista naturalistico proprio perché si tratta di una zona di transizione dall’ambiente di acqua dolce a quello salmastro.

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